Le nuove accuse contro Pietro Valpreda
La morte di Giuseppe Pinelli e' un'imprevisto che fa scricchiolare paurosamente tutta l'impalcatura delle accuse che si stanno costruendo addosso a Pietro Valpreda e agli anarchici del 22 Marzo.
Un suicidio cos' non e' credibile, ma non credere nel suicidio vuol dire che la polizia ha mentito, e se ha mentito in questa occasione perche' non dovrebbe avere mentito anche in altre? Tutta l'inchiesta rischia di rimanere coinvolta, di non apparire piu' attendibile di fronte all'opinione pubblica. Inoltre, la testimonianza dl tassista Cornelio Rolandi che ha inchiodato Pietro Valpreda dicendo che si tratta dell'uomo con la borsa nera che egli ha trasportato in Piazza Fontana mezz'ora prima della strage, non basta piu'. Rolandi ha affermato, e la frase risulta a verbale, che il questore di Milano gli ha mostrato una unica fotografia e gli ha detto che quello era l'uomo che "doveva" riconoscere. Percio' bisogna ricorrere in fretta ai ripari.
A distanza di 88 giorni, la polizia milanese consegna al magistrato un vetrino gialloverde, del tutto simile a quelli usati da Pietro Valpreda per costruire le lampade tiffany. Secondo la polizia il vetrino e' stato trovato nella borsa che conteneva la seconda bomba di Milano, quella della banca di Piazza della Scala che non e' esplosa. Prima di allora, chi aveva avuto occasione di verificare il contenuto della borsa (come il Direttore della banca, il perito balistico teonesto Cerri, l'anarchico Sergio Ardau non si era accorto dell'esistenza di tale vetrino che costituisce -scrivono trionfalmente i giornali di destra- la firma inequivocabile lasciate dal disattento Pietro Valpreda.
Poi, a meta' febbraio, ecco che spuntano i famosi "testi romani" le persone cioe' che sostengono che il sabato e la domenica dopo la stage Pietro Valpreda era a Roma e non a Milano, come invece hanno sempre sostenuto la zia Rachele Torri, la nonna Olimpia, la madre, la sorella e una amica di infanzia di pietro. Per l'accusa i testimoni romani rappresentano un'importante "prova psicologica" perche se Valpreda ha mentito sui due giorni successivi, deve pe forza avere mentito anche sul venerdi' della strage: non a letto malato in casa della zia Rachele, quel pomeriggio del 12 dicembre, ma in giro per Milano col suo carico mortale da depositare nell'atrio centrale della Banca Nazionale dell'Agricoltura. Ma sono davvero credibili i testimoni romani?
A proposito della testimonianza della soubrette Ermanna Ugetto, in atre Ermanna River
Il 28 gennaio 1970 1l settimanale "GENTE" sotto il titolo "Le amiche raccontano la vita amoroso di Pietro Valpreda" pubblica una intervista con Ermanna Ughetto nella quale la ragazza, che ha avuto con l'anarchico un breve flirt durante l'estate, afferma di averlo incontrato l'ultima volta "una ventina di giorni prima" della strage di Piazza Fontana. Valpreda l'aveva aspettata al termine dello spettacolo del cinema varieta' Ambra- Jovinelli, l'aveva accompagnata prima in trattoria e poi sino alla porta della pensione dove inutilmente le aveva chiesto di passare la notte con lei.
E' lo stesso episodio che Ermanna Ughetto, due settimane piu' tardi, riferisce al magistrato. Ma stavolta con la data spostata: non piu' "una ventina di giorni" prima della strage, ma all'indomani di essa, la sera del 13 o 14 dicembre, lei si e' incontrata con valpreda.
La mascherina dl cinema-varieta' Letizia Bollanti, sostiene che l'incontro tra Pietro Valpreda e Ermanna Ughetto e' avvenuto verso gli ultimi giorni di novermbre ma il magistrato non le da retta. E lo stesso sostengono i camerieri della trattoria Ciarla, dove Valpreda e la soubrette hanno cenato: ma non risulta siano stati ascoltati da giudice istruttore.
A proposito della testimonianza di Gianni Sampieri, attore comico disoccupato.
Gianni Sampieri, vecchio attore senza lavoro, monarchico, (il padre recito' una volta in presenza di Sua Maesta'), passa le sue giornate nel bar accento al cinema-varieta'. DAl verbale risulta che la sera di sabato 13 dicembre e' seduto nella trattoria Ancora, vicino al cinema Jovinelli. Entra VAlpreda con un giovane (dalla descrizione risulta essere l'anarchico Angelo Fascetti). Valpreda ha un occhio gonfio: ci scherzano sopra. Parlano un po': Valpreda dice che tra qualche giorno partira' per Milano, dove spera di trovare lavoro. Poi escono assieme, lui, Valpreda e il giovane, vanno nel bar vicino, all'angolo di via turati. Ma Gorizia Palluzzi, proprietaria della trattoria Ancora, che conosce Valpreda da sei anni, ricorda perfettamente che l'anarchico e' entrato nel suo locale per l'ultima volta il 3 o il 4 dicembre, in compagnia di un certo Angelino, cioe' Angelo Fascetti. E il suo racconto concorda perfettamente con quanto Valpreda ha dichiarato durante uno dei primi interrogatori. La donna per quattro volte ha ripetuto la sua testimonianza al giudice ma non e' stata creduta.
Anche il cameriere dell' Ancora (il quale pero' non risulta sia stato interrogato dal giudice istruttore) conferma di aver visto l'anarchico solo una decina di giorni prima degli attentati, sedto al tavolo del comico Sampieri.
A proposito della testimonianza di benito Bianchi, macchinista teatrale.
"Era domenica 14 dicembre. Lo ricordo perche' ero stato a Firenze a vedere fiorentina-Roma. Valpreda entro' nel bar assieme al comico Sampieri e a un suo amico. Ci fermammo un po' a parlare di sport e controllammo i risuultati del totocalcio. Poi ci salutammo" Questo dichiara benito Bianchi, un teste giuudicato insospettabile dall'accusa perche' e' iscritto al PCI.
Eppure Leo Rosselini, un avventore del bar che secondo benito Bianchi e' stato presente al colloquio con Valpreda, interrogato dal magistrato ha smentito la circostanza. Lo stesso fa Angelo Fascetti, l'amico anaarchico di Valpreda. Non appena legge le dichiarazioni dei testi romani, Fascetti chiede di essere ricevuto dal giudice istruttore Cudillo. Gli dice che l'incontro, prima col comico Sampieri, poi con benito Bianchi, risale a molti giorni prima del 14 dicembre. A quando cioe' Pietro Valpreda aveva ancora l'occhio nero, provocato durante uuna rissa avvenuta verso la meta' del mese di novembre nella tratoria Mario's di trastevere. Il livido ai primi di dicembre era sparito completamente. Inoltre la partita di calcio di cui avevano discusso non era Fiorentina-Roma bensi' Inter-Lazio. giocata il 30 novembre.
Ma il giudice Cudillo licenzia Angelo Fascetti senza far mettere a verbale le sue dichiarazioni.