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All’epoca della trasferta sarda del padre, Valter è un ragazzo di sedici anni che rimane folgorato dalle tenebre del potere, quell’enorme zona grigia
intessuta di ricatti, segreti, cinismo, la famiglia Lavitola vive in Lucania. Il papà è democristiano ma lui sceglie i socialisti. Si fa presto a dirsi craxiani, però.
Il primo vero riferimento di Valterino, come viene chiamato, è un deputato pugliese del Psi, eletto alla Camera per la prima volta nel 1987.
Si tratta di Francesco Colucci detto Ciccio, Lui e il fratello Michele controllano una delle tante correnti del Psi. Portano voti, con ogni mezzo.
Ciccio Colucci, nel 1994, sarà il primo condannato in Italia per voto di scambio. Solo in primo grado, però. Assolto successivamente. Lavitola junior, di Colucci, è l’assistente parlamentare. La frequentazione di Montecitorio gli allarga gli orizzonti. I suoi amici raccontano con perfidia che “se non lo conosci, Valter la prima volta ti fa un’impressione notevole”.
Nel Psi si lega anche a Fabrizio Cicchitto, attuale capogruppo del Pdl alla Camera. I due sono veri “compagni e fratelli”. Ossia socialisti e massoni. Cicchitto è stato nella P2, e pure Lavitola è attratto da grembiuli e compassi. Un mensile, La voce delle voci, ha scritto che Lavitola figura al numero 13.462 dell’elenco degli iscritti del Grande Oriente d’Italia (Goi) di Gustavo Raffi, la maggiore obbedienza massonica nel nostro Paese. Altri esperti, invece, hanno precisato che il numero sarebbe il 13.048 su 26.411 affiliati. Come che sia, ecco cosa ha messo in rete il sito del God di Gioele Magaldi, frangia dissidente e democratica del Goi: “Aldo Chiarle, ultranovantenne 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, Gran Maestro Onorario del Goi, grande estimatore del Fratello Silvio Berlusconi, grande amico e grande elettore del Gran Maestro Gustavo Raffi, patrono del Fratello Massone Valter Lavitola – a sua volta grande amico del Fratello Massone Silvio Berlusconi – che insieme a Chiarle dirige e gestisce l’Avanti”. |
Con la gestione dell’Avanti, Lavitola rinsalda un’amicizia fondamentale nella sua resistibile ascesa. Quella con un napoletano spregiudicato e tondo
di nome Sergio De Gregorio. I due hanno preso casa al Parco dei Fiori, speculazione sulla collina di Positano che finì in un processo per camorra.
Lavitola e De Gregorio viaggiano insieme, Il secondo è più scaltro in politica, tenta la scalata alla regione Campania, nel 2005, con la Nuova Dc di Rotondi
ma gli va male. Un anno dopo trasloca nell’Italia dei Valori e centra l’obiettivo alle elezioni politiche: senatore. Tempo qualche mese e De Gregorio riapproda
a destra, con Berlusconi. I rapporti con Antonio Di Pietro restano buoni: è il cugino di Lavitola, Antonio detto Tonino (beneficiario di parte dei soldi di provenienza berlusconiana, secondo i pm di Napoli), a mettere su la redazione del quotidiano dell’Idv. La sede dell’Editrice Mediterranea è in un appartamento in via della Vite a Roma di proprietà della Propaganda Fide. La storia è nei verbali della cricca di Anemone, Balducci e Zampolini. Come De Gregorio,
anche Lavitola tenta l’ingresso diretto in politica. Alle elezioni europee del 2004, Valter Lavitola si candida con Forza Italia. Cicchitto gira il sud a fare comizi.
Non basta. Con 51.283 voti, l’ambizioso socialista di destra non riesce ad a farsi eleggere a Strasburgo. In compenso, continua a tessere rapporti.
Da editore penetra nella lobby dei giornali di piazza Mignanelli, dove ha sede anche l’ufficio di Gigi Bisignani, il faccendiere della P4 amico di Gianni Letta.
È il gruppo di stampatori e politici che controlla i giornali finanziati dallo Stato. In questo periodo conosce anche Mauro Masi, l’ex dg della Rai
allora a Palazzo Chigi. Lavitola, racconta chi lo conosce, lavora per scalzare Bisignani dal ruolo di consigliere del Principe.
Come emerge anche dalle telefonate intercettate con Berlusconi. “Bisignani è uno stronzo”, dice Lavitola. I legami con la P4 però sono vari.
Per esempio: la raccomandazione al maresciallo La Monica, amico di Alfonso Papa, per l’Aise e la casa a Roma per Tarantini,
procurata da un armatore legato a Papa.
La prima volta che il nome di Lavitola finisce in prima pagina è nell’estate del 2010: il viaggio carioca di B. con serate di lap dance. Il quarantenne lucano
si accredita come rappresentante di Palazzo Chigi. Poi l’affaire di Montecarlo, con la patacca di Santa Lucia. L’arrivo alla corte del Cavaliere è riuscito.
Ma l’amicizia con il pugliese Tarantini rovina tutto. Lavitola oggi è a Panama. Dagospia ha scritto che è stato visto a Procida fino al 21 agosto.
Una fonte al Fatto dice che era a Roma il 29 agosto, nella sua casa di Ponte Milvio. Poi la fuga.
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