Usa: niente processi a membri
del Congresso, al presidente sì
Per i delegati al Congresso (senatori e membri della Camera), le norme della Costituzione americana prevedono l'immunità dall'arresto per tutta la durata delle sessioni parlamentari (fatti salvi i casi di alto tradimento, reato grave e violazione dell'ordine pubblico) a garanzia dell'integrità del Congresso e del pieno esercizio delle sue funzioni. Il che ricomprende anche l'immunità per i voti e le opinioni espresse. La non perseguibilità dei membri del Congresso è a salvaguardia da pressioni sulla magistratura (negli Usa è elettiva), da parte di Presidente e Corte Suprema in danno o limitazione dell'indipendenza del potere legislativo ed è accompagnata dall'adozione di appositi «codici etici» che impongono una dettagliata serie di dichiarazioni patrimoniali a cui non è applicabile la disciplina dell'immunità.
Per il presidente (negli Usa è il capo del governo), il vicepresidente, il presidente della Corte Suprema americana e le altre alte cariche federali invece la Costituzione americana non prevede garanzie di immunità particolare. Mentre disciplina casi e procedure in caso di loro messa in stato di accusa davanti al Congresso, secondo il ben noto procedimento di «impeachment». La ragione di tale assenza di immunità risiede nel fatto che negli Usa la magistratura è di nomina popolare, così come il potere esecutivo e quello legislativo. La giurisprudenza consolidata, che negli Usa ha valore di legge, ha però introdotto una sorta di «immunità» per Presidente, vicepresidente, Presidente della Corte Suprema. Il che impedisce azioni civili o penali della magistratura per opinioni politiche espresse nel corso dei loro mandati.