SCHEDA
Ghira, dalla violenza neofascista al massacro nella villa del Circeo


Andrea Ghira in una foto di repertorio

ROMA - "Cognome Ghira, nome Andrea, nato il 21/09/1953 a Roma (RM). Ricercato dal 1992 per omicidio volontario, tentato omicidio, violenza carnale, armi, ed altro. Deve espiare la pena dell'ergastolo; il 2.03.1992 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali". Questa è la scheda sul sito del Ministero dell'Interno, qualche ora dopo la diffusione della notizia che Andrea Ghira è morto a Melilla nel 1994. 

Andrea Ghira pur essendo stato condannato all'ergastolo insieme ad Agelo Izzo per il massacro del Circeo (Izzo è rientrato in carcere nel maggio scorso dopo un periodo di semilibertà durante il quale ha ucciso a Campobasso la moglie e la figlia di un pentito), non ha mai scontato un giorno di prigione. Gianni Guido, il terzo complice, fu condannato invece a 24 anni di carcere ed è tuttora in prigione. 

Andrea Ghira era figlio di una famiglia di costruttori. Fin da giovane, quando frequentava ancora il liceo classico Giulio Cesare, si legò agli ambienti della estrema destra. Il suo mito era Jacques Berenguer, un famoso criminale marsigliese che aveva messo a segno a Roma una serie di sequestri a scopo di estorsione. E proprio con lo pseudomino di Jacques si faceva chiamare dagli amici: anche da Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, le vittime del massacro del Circeo. 

I primi guai con la giustizia Ghira li ebbe nel 1970 per manifestazioni di estrema destra ed altri episodi di teppismo politico. Nel 1973 venne arrestato per rapina aggravata e violazione di domicilio e condannato a cinque anni. Quando, il 30 settembre 1975, con Izzo e Guido, Ghira mise in atto il massacro del Circeo, era uscito di prigione da appena tre mesi. 

 

1975. Storia di una notte d'orrore, furono ore e ore di sevizie.
Poi l'uccisione di Maria Rosaria e l'incredibile salvezza di Donatella

Quella notte nella villa al Circeo

Violenze e sevizie di ogni tipo per una notte intera in una villetta al Circeo, la spiaggia "bene" dei rmani. Una vicenda di cronaca indelebile nella memoria collettiva, tanto che da subito quella notte sarà ricordata come la notte del "massacro del Circeo". A finire nelle mani di tre aguzzini "pariolini" - i teppisti neofascisti Angelo Izzo e Andrea Ghira, ed il figlio di un alto funzionario di banca, Gianni Guido - furono Maria Rosaria Lopez, che fu uccisa, e Donatella Colasanti, trovata in fin di vita, giusto in tempo perchè potesse salvarsi. 

Fu un vigile notturno, il primo ottobre 1975 in via Pola, ad avvicinarsi ad una 'Fiat 127' dalla quale provenivano gemiti e nel bagagliaio scoprì i corpi delle due ragazze avvolti in sacchi di plastica. L'auto era di proprietà di Gianni Guido che, rintracciato subito dai carabinieri, confessò la partecipazione al "festino" e fece i nomi dei suoi due complici, rampolli di agiate famiglie capitoline. 

Mentre Angelo Izzo fu arrestato pochi giorni dopo, Andrea Ghira, figlio di un noto imprenditore romano, avvertito per tempo, riuscì a fuggire, forse all'estero, in un paese sudamericano. Dove fuggì anche Gianni Guido - a Buenos Aires - quando evase dal carcere di San Gimignano.( 


(29 ottobre 2005