Il caso Cocilovo (che presto diventò il caso Travaglio…)
“Può darsi che, non essendo io un luminare del diritto, abbia sbagliato a leggere o a interpretare la sentenza. Perciò ho deciso di pubblicarla su MicroMega: così ciascuno può leggerla, discuterla, farsi un´idea su chi dice la verità e chi racconta frottole. Sarebbe un´ottima cosa se il ticket Cocilovo-Fiandaca la distribuisse alla gente insieme ai santini elettorali, sempre in nome della massima trasparenza”
Fine della storia: e tutti vissero felici e contenti… Palermo, Cocilovo ci ripensa e torna candidato Salvo Fallica (Unità di venerdì 7 marzo) Mai dire mai. Luigi Cocilovo, europarlamentare della Margherita, ex leader nazionale della cisl, tornato da Bruxelles, ha sciolto il nodo alla sua candidatura alla presidenza della provincia di Palermo. Sarà lui a guidare il centro-sinistra ed i movimenti contro il Polo alle prossime amministrative del 25 e 26 maggio. Il candidato che aveva vinto le primarie , primo esperimento del genere nel Sud d'Italia, superando di poco il professor Fiandaca, espressione dei movimenti, aveva gettato la spugna dopo un articolo pubblicato da Marco Travaglio, sull'edizione palermitana de "la Repubblica". L'articolo lo chiamava in causa per una vicenda giudiziaria di corruzione, nella quale Cocilovo venne coinvolto e poi assolto. Un articolo che Cocilovo ha ritenuto "un attacco tanto violento quanto pretestuoso e strumentale perché esplicitamente legato ad un tentativo di delegittimazione morale per episodi del tutto privi di fondamento e comunque, su cui si è svolto un regolare processo, conclusosi per quanto mi riguarda con una assoluzione, ormai definitiva." E così Cocilovo ritirava la sua candidatura. Ma il pressing del centro-sinistra, dei movimenti civili, la dichiarazione di solidarietà di Cofferati, che lo invitava a ripensarci, hanno sortito il loro effetto positivo. |
In questo paese da manicomio, dove non siamo più d’accordo neppure sull’alfabeto, se chiedi un caffè al bar salta subito su qualcuno a domandarsi perché l’hai fatto, che cosa ci sta dietro, chi ti manda. Se indichi la luna, tutti guardano il dito. Vorrei dunque approfittare dell’ospitalità che le pagine palermitane di Repubblica mi concedono da qualche tempo, per qualche piccola puntualizzazione su certe cose dette e scritte a proposito dei fatti accaduti negli ultimi giorni a seguito – così si dice – all’ultima incursione dell’“Antisiciliano”.
Le primarie, innanzitutto. Centorrino dice di sentirsi <comunque vincitore: né ingenuo, né irretito, né sconfitto>. E aggiunge: <non esiste una netta divaricazione tra società civile e iscritti ai partiti. In gran parte di questi ultimi convivono una sensibilità ‘girotondina’ ma anche la fedeltà a uno spirito di partito>. Io non rappresento nessuno fuorché me stesso, ma so fare di conto: i Ds hanno circa 300 mila iscritti, mentre alle ultime manifestazioni girotondine (ma anche pacifiste, sindacali, no-global) si sono presentati regolarmente alcuni milioni di persone. Anche ammettendo che gli iscritti ai Ds (e agli altri partiti, che sono molti meno) si muovano in blocco in giro per l’Italia come la falange macedone ovunque si tenga un corteo, mancherebbero sempre all’appello un milioncino – a dir poco – di persone. Non basta, come “divaricazione”? Siamo proprio sicuri che le primarie “alla pari”, metà iscritti ai partiti e metà in quota-movimenti, rappresentino davvero la volontà dell’elettorato? Non sarebbe meglio far votare i candidati da tutti gli elettori, senza bilancini partitocratrici?
E ora il caso Cocilovo. Qualcuno ha parlato di “attacco di Repubblica”. Posso assicurare che non c’è alcun attacco di Repubblica. C’è un giornalista-cane sciolto che viene generosamente ospitato da un giornale democratico (uno dei pochi rimasti) per esprimere in una rubrica i suoi pareri strettamente personali, anche non allineati. E che, nella fattispecie, non ha sferrato attacchi. Ha ricordato una notizia, cioè una sentenza del Tribunale di Palermo che ha dichiarato accertato un fatto:..
Riciclarsi democraticamente si può. Emanuele Macaluso, esponente d.s., durante il siparietto ‘l’opinione’ concessogli nel tg de la7 di sabato primo marzo 2003, ore 20 circa: “il centro sinistra a Palermo si era dato delle leggi e una prospettiva democratica organizzando le primarie e presentando due candidati uno della margherita Luigi Cocilovo, l’altro espresso dai movimenti…ha vinto democraticamente Cocilovo…ma l’articolo di un giustizialista lo ha costretto a ritirarsi…raccontando che il Cocilovo era stato processato scordandosi però di dire che era stato assolto…per colpa di un giustizialista non è stato permesso al centro sinistra di procedere democraticamente.” Francesco Cocilovo era il braccio destro di D’Antoni alla Cisl di Palermo. Erano anni turbolenti, evidentemente, e spesso i sindacati ricorrevano a scioperi snervanti per i dinamici imprenditori di quei dinamici anni. Così l’imprenditore Mollica di Palermo, per far cessare scioperi e rimostranze si recò dal Cocilovo sindacalista con una valigetta Cartier contenete 350milioni di vecchie lire. Il Cocilovo accettò la donazione ma, uomo raffinato, pretese dal Mollica anche la valigetta griffata nella quale la vil moneta era arrivata al suo ufficio, pecunia olet meno, evidentemente, se ben confezionata. (valore dichiarato dal Mollica della valigetta griffata 4,5milioni). Cessarono gli scioperi e riprese, serena, l’operosa vita di ambedue i protagonisti. La vicenda venne alla luce negli anni lontanissimi di ManiPulite, l’interrogato Mollica racconta la dazione, fornisce prove e dopo l’indagine , assieme al correo Cocilovo, viene rinviato a giudizio. Corrotto e corruttore insomma. Ma tempi cambiano e con loro le leggi, se non la costituzione. Cocilovo e Mollica non hanno nel loro destino un processo normale ma un “giusto processo” come da riforma costituzionale voluta e fortemente voluta dal centro sinistra al governo. Riforma che in nome di un garantismo commovente, porta in Italia (paese di mafia, intimidazioni, ricatti e corruttele) tra le tante, una norma per cui hanno valore provante solo le dichiarazioni rilasciate in sede dibattimentale: verbali e dichiarazioni precedenti rilasciate, non al bar, ma davanti ad un magistrato diventano carta straccia. L’imprenditore Mollica (il vento era girato) si rifiutò di ripetere le sue accuse durante le udienze del suo “giusto processo”. Così l’imprenditore Mollica venne condannato per la corruzione del sindacalista Cocilovo il quale venne assolto dall’esser stato corrotto . Misteri del giusto processo. In un paese meno sfacciato, probabilmente il Cocilovo si sarebbe beato dello scampato pericolo e, sarebbe scomparso dalla vita politica per sempre. In un paese meno sfacciato. in Italia il Cocilovo, già graziato dal servilismo riformista pateticamente cieco e sordo, lo ritroviamo candidato e vincitore delle primarie per le elezioni provinciali a Palermo, contrapposto all’incensurato professor Fiandaca proposto dai movimenti. Si potrebbe pensare che a Palermo il centro sinistra ha concesso la prova generale delle agognate primarie. Una prova generale con i soliti direttori d’orchestra evidentemente, i soliti strumenti, la solita musica , la vecchia scuola insomma. Poi è arrivato il ‘giustizialista’ di cui neppure si fa il nome, e il processo del riciclaggio democratico si è interrotto…ma per quanto? UNITA’ MARTEDÌ, 04 MARZO 2003 CRONACA DI PALERMO Il faccia a faccia è già fissato per mercoledì sera. Tutti attorno allo stesso tavolo per superare incomprensioni e ambiguità. Luigi Cocilovo, i segretari dei partiti del centrosinistra e i responsabili dei movimenti. Obiettivo: ricucire il clamoroso strappo di sabato. Ma la battuta con la quale ieri mattina l´eurodeputato ha riaperto i giochi sulla sua candidatura alla Provincia di Palermo poco prima di imbarcarsi per Bruxelles apre più che uno spiraglio su un suo ripensamento. Partiti e movimenti rinnovano il sostegno al candidato del centrosinistra per le provinciali. Oggi l´incontro collegiale Cocilovo: sono stato già giudicato "L´imputato che mi accusava e il pm andavano in yacht insieme" LUIGI Cocilovo al contrattacco. Risponde alle polemiche («Sono stato assolto e ho anche fatto appello, cosa devo fare di più?»). E annuncia: «Non vedo motivi per ritirare la candidatura. Ma è imprescindibile il riconoscimento della mia legittimazione morale ed etica da parte di tutte le componenti della coalizione». È slittato ad oggi l´incontro con i movimenti. Centrosinistra , l´ex segretario Cisl fa un passo indietro sulla presidenza della Provincia. Il forzista Cascio: "Mi ritiro anch´io" Cocilovo: "Rinuncio a candidarmi" Ma Cofferati lo promuove e i movimenti lo invitano a ripensarci LUIGI Cocilovo ritira la sua candidatura alla presidenza della Provincia, ma i partiti del centrosinistra e il coordinamento dei movimenti gli chiedono di ripensarci. Per provare a fare tornare Cocilovo sui suoi passi si spende anche Sergio Cofferati che ieri dal Palasport di Palermo (dove ha preso parte ad una iniziativa con gli studenti organizzata dalla Cgil) ha detto: «Spero che Luigi ci ripensi e torni a essere il candidato del centrosinistra». Cocilovo ha annunciato il ritiro ritenendo che da una parte dei movimenti non fosse arrivata «legittimazione etica» alla sua candidatura. Ma il coordinamento dei movimenti ieri ha diffuso un documento a sostegno dell´europarlamentare. Nel centrodestra anche Francesco Cascio minaccia il ritiro. DEL MERCATO e LOPAPA Il sostegno di Cofferati "Luigi, corriamo assieme" CARMELO LOPAPA DOMENICA, 02 MARZO 2003 Pagina III Alla kermesse con l´ex segretario Cgil il pm Ingroia. Bondi e Fragalà: "Presenza inopportuna" Alla fine è arrivato anche l´appello di Sergio Cofferati dal palco. Quel palco che avrebbe dovuto consacrare la candidatura di Luigi Cocilovo e sul quale l´eurodeputato è stato atteso fino a sera. Invano. «Spero che Luigi Cocilovo ci ripensi e torni a essere il candidato del centrosinistra - dice l´ex leader della Cgil seduto al fianco del pm Antonio Ingroia - perché quello che avete fatto a Palermo e a Trapani è importante, le primarie sono un´esperienza da esportare anche a livello nazionale. Occorre un atteggiamento rispettoso tra partiti e movimenti». Il centrosinistra: "Ripensaci" Pressing di partiti e movimenti, poi il "va bene, ci rifletto"DOMENICA, 02 MARZO 2003 Pagina II Cocilovo ritira la candidatura Lettera dopo le polemiche sulla vicenda giudiziaria conclusa LUIGI Cocilovo ritira la sua candidatura a presidente della Provincia, ma il centrosinistra e i movimenti gli chiedono di ripensarci. Per provare a far tornare sui suoi passi l´europarlamentare hanno speso parole Sergio Cofferati e tutti i leader locali dei partiti del centrosinistra (dalla Margherita alla Lista Di Pietro), il coordinamento dei movimenti si è attorcigliato in una lunghissima riunione dalla quale è venuto fuori un documento, approvato all´unanimità, di sostegno all´ex sindacalista della Cisl e lo stesso Antonio Di Pietro, via telefono, ha provato a rimettere le cose in ordine. Fino a tarda sera, però, Luigi Cocilovo - che nel frattempo se ne era tornato a Roma - non ha dato segni di ripensamento. L´unico spiraglio lo ha concesso, per telefonino, al segretario regionale della Cgil Carmelo Diliberto. «Sto riflettendo», ha detto Cocilovo a Diliberto allungando di fatto una giornata interminabile per il centrosinistra palermitano. Una giornata che ha virato al nero per l´Ulivo intorno all´ora di pranzo, quando Cocilovo ha messo nelle pesti l´intera coalizione annunciando quello che nei giorni scorsi aveva solo sussurrato: «Ritengo che non sussistano le condizioni per confermare il mio impegno alla candidatura». Il motivo del ritiro della candidatura lo spiega subito dopo: «All´indomani della mia candidatura decisa dal voto della convention sono stato bersaglio di un attacco tanto violento quanto pretestuoso e strumentale perché esplicitamente legato a un tentativo di delegittimazione morale per episodi del tutto privi di fondamento e, comunque, su cui si è svolto un regolare processo conclusosi, per quanto mi riguarda, con una sentenza di piena assoluzione ormai definitiva». Eccolo, il punto. Cocilovo si tira indietro perché sente che da parte di un settore dei movimenti non gli arriva «un esplicito riconoscimento di piena legittimazione sul piano etico». Il mugugno si è diffuso quando la storia del processo (nel quale Cocilovo è stato assolto) è tornata alla ribalta con l´articolo di Marco Travaglio su "Repubblica". Su quello, Cocilovo chiedeva il sostegno esplicito della parte più radicale dei movimenti. Brevi, schede e richiami 2 DI PIETRO Cocilovo ha ricevuto in questi giorni concitati anche una telefonata da Antonio Di Pietro, suo collega all'Europarlamento. Lo racconta lui stesso agli esponenti del movimento al Blow up: «Mi ha invitato alla sua manifestazione di sabato prossimo a Palermo, invitandomi ad andare avanti perché tanto "noi politici siamo sempre sotto tiro". Mi ha detto pure che Travaglio, amico suo, stavolta ha sbagliato a tirare in ballo una vicenda già chiusa». IL RETROSCENA D´Antoni al ristorante con lo stato maggiore del sindacato A cena con la Cisl per parlare dell´uomo temuto dal Polo QUELLI CHE c´erano raccontano che ad un certo punto, poco prima di passare al dolce, Sergio D´Antoni abbia fatto cadere sul tavolo una frase sibillina. Tutta dedicata a difendere il suo vecchio amico Luigi Cocilovo: «C´è chi si difende nel processo e chi si difende dal processo». Mercoledì sera, in un ristorante di pesce in via Messina Marine, a cena ci sono l´ex segretario della Cisl che adesso è uno degli uomini di punta dell´Udc e del centrodestra e alcuni esponenti siciliani del sindacato «bianco» tra i quali il segretario provinciale Giuseppe Lupo - considerato vicino all´Opus Dei e dunque all´area cislina che propende per il Polo - e quello regionale Paolo Mezzio, vicino invece al centrosinistra. Quel giorno e a quell´ora Luigi Cocilovo - che alla rimpatriata improvvisa non partecipa - è a tutti gli effetti il candidato del centrosinistra alla Provincia. I mugugni e i mal di pancia corrono tra le frange più radicali dei movimenti, ma l´ormai famoso articolo di Marco Travaglio - nel quale viene rievocata la vicenda processuale conclusasi con l´assoluzione dell´eurodeputato - non è ancora stato pubblicato. Dunque, con ogni probabilità, Sergio D´Antoni ha intercettato che in alcune zone del centrosinistra si era accesa la «chiacchiera giudiziaria» sul conto del candidato ed ha piazzato lì la battuta. Di certo c´è che a quella cena l´ex leader della Cisl ci è andato soprattutto per tastare il polso del sindacato che per anni ha guidato e che in Sicilia è una sostanziosissima macchina elettorale: 90 mila iscritti nella provincia di Palermo, con presenze fortissime in settori dominanti nella struttura sociale siciliana come il pubblico impiego, i bancari e ovviamente i pensionati. È vero che fu lo stesso Sergio D´Antoni, nel '94 da segretario della Cisl, a commissionare uno studio dal quale risultò che i cislini votavano come tutti gli altri cittadini senza badare ad ordini di scuderia particolari. Ma è altrettanto vero che avere la Cisl dalla propria parte, in Sicilia, conta. |
L’affaire Cocilovo, rapida cronistoria: da Repubblica Palermo del 22/6/2002 L' imprenditore Domenico Mollica aveva ammesso di Il teste d' accusa tace Di ENRICO BELLAVIA Ci fu l' incontro, molto probabilmente ci fu anche la tangente, ma chi ha pagato può essere condannato e chi ha preso i soldi no. Effetti perversi delle norme sul cosiddetto giusto processo. Almeno così sostiene il pm Ennio Petrigni. A beneficiare della sconcertante distorsione "una scure di inutilizzabilità" degli atti di indagine, dice il pm, sono Sandro Musco, medievalista, già consulente del defunto presidente della Regione Rino Nicolosi e Luigi Cocilovo 23m eurodeputato della Margheria, all' epoca dei fatti funzionario della Cisl, sindacato di cui era segretario regionale e confederale. A versare i quattrini, 350 milioni di vecchie lire, per sua stessa ammissione, l' imprenditore messinese Domenico Mollica, un vero ras delle opere idrauliche nella sua provincia grazie a un ben orchestrato sistema di tangenti a più livelli: dai segretari amministrativi dei partiti, all' ultimo amministratore locale. Mollica raccontò della tangente a Cocilovo nel 1995. Il versamento del denaro, contenuto in un elegante cartella di cuoio marca Cartier sarebbe stato destinato ad ammorbidire eventuali scontri sindacali e sarebbe stato versato alla Cisl su espressa delega di Rino Nicolosi. La consegna del denaro risale al 1989. Nell' inchiesta figurava anche l' ex segretario della Cisl Sergio D' Antoni, la cui posizione fu archiviata su richiesta dell' allora pm Biagio Insacco. Per l' accusa, a conclusione del processo celebrato i n tribunale, Musco e Cocilovo vanno assolti e Mollica condannato a tre anni. Quest' ultimo è il perno del processo. Dopo aver verbalizzato in diversi interrogatori l' accusa ai due presunti emissari di Nicolosi ed essersi autoaccusato di avere pagato la tangente, si è rifiutato di ripetere in aula il suo racconto. Un atteggiamento che ha reso inutilizzabili le dichiarazioni contro gli altri due imputati. Stesso atteggiamento da parte di Musco che aveva solo confermato la circostanza di un incontro casuale alla Cisl tra Cocilovo e Mollica che sarebbe stato presentato proprio da lui al sindacalista. Cocilovo ha pure ammesso la circostanza dell' incontro e ha riferito solo di un vago accenno di Mollica all' eventualità di un finanziamento in vista di possibili scioperi che avrebbero ostacolato la sua attività. Un incrocio di dichiarazioni che tuttavia si scontra con il silenzio opposto in aula da Mollica 32723m e Musco. E che con le modifiche all' articolo 513 del codice, quello sul giusto processo, costringe l' accusa a una resa parziale. Il pm infatti insiste per portare fino alla condanna Mollica le cui dichiarazioni autoaccusatorie possono ancora essere utilizzate ma solo nella parte che lo riguardano direttamente. Se i giudici decideranno per la colpevolezza si arriverà così al paradosso che l' unico a rispondere della tangente sarà chi l' ha pagata ma non chi l' ha percepita. I verbali di Domenico Mollica offrono uno spaccato della tangentopoli siciliana. L' imprenditore fece i nomi di Severino Citaristi, allora segretario amministrativo della Dc, di politici regionali come Nicolosi e Salvatore Sciangula, entrambi morti e ancora di un magistrato della Corte dei conti, pure lui deceduto, a cui sarebbero state pagate tangenti per ottenere rapide registrazioni dei decreti di finanziamento delle opere acquistate al mercato del sottobosco politico in una vera e propria asta parallela alla quale partecipavano imprenditori in combutta con amministratori locali di tutti i partiti. Il processo celebrato a Palermo è uno stralcio di una più vasta inchiesta avviata a Messina dall' allora pm Angelo Giorgianni e rivelatasi un sostanziale flop. Giorgianni, poi datosi alla politica fu sottosegretario del governo Dini. Si dimise dopo che vennero alla luce una serie di retroscena sui metodi seguiti nella conduzione delle indagini e sui rapporti intrattenuti proprio con Mollica. Approdata a Palermo, l' inchiesta passò nelle mani del pm Insacco e poi in quelle di Lorenzo Matassa. Al processo nuovo cambio con l' ingresso di Ennio Petrigni che ha ora concluso. Martedì la sentenza. Repubblica Palermo del 26/6/2002 Il corruttore sceglie il silenzio cadono le accuse a Cocilovo I giudici della terza sezione del tribunale di Palermo hanno assolto Luigi Cocilovo, eurodeputato ed ex segretario regionale della Cisl dall' accusa di corruzione. Condannato a tre anni l' imprenditore Domenico Mollica. La Procura aveva chiesto l' assoluzione per Cocilovo e il proscioglimento per l' ex consulente del presidente della Regione Rino Nicolosi, Sandro Musco, adesso assolto. Secondo l' accusa, l' imprenditore edile Domenico Mollica, attraverso Musco, avrebbe consegnato 350 milioni a Cocilovo perché li girasse a Nicolosi. Cocilovo, che aveva ammesso di avere visto Mollica e Musco, ha sempre negato di avere ricevuto il denaro. Musco si era avvalso dell a facoltà di non rispondere e Mollica che aveva raccontato il versamento, in aula ha scelto il silenzio. Da Repubblica Palermo del 9/10/2002 tangentopoli I giudici: accuse provate ma non con il "giusto processo" Cocilovo è colpevole ma deve essere assolto "LUIGI COCILOVO - dice la sentenza - fu collettore di una tangente, disposto anche a concedere favori sindacali, fu pure il percettore di un contributo elettorale". Insomma sarebbe colpevole, ma i giudici allargano le braccia: per effetto del "giusto processo" l' europarlamentare della Margherita, all' epoca dei fatti esponente della Cisl, viene assolto. è il paradosso delle ultime riforme sulla giustizia: il principale teste d' accusa, l' imprenditore che pagò la mazzetta, ha scelto di tacere in aula e le sue precedenti dichiarazioni non sono più utilizzabili. "Ogni elemento di prova a carico di Cocilovo - spiega la motivazione della sentenza - è annullato per effetto dell' intervenuta modifica legislativa". Così, il 21 giugno, la terza sezione del tribunale ha assolto Cocilovo e condannato l' imprenditore messinese Domenico Mollica (3 anni). Assoluzione, per effetto del "giusto processo", anche per Alessandro Musco, ex consulente del presidente della Regione Rino Nicolosi. Erano stati gli stessi pm, Fabrizio Vanorio ed Ennio Petrigni, a sollecitare questa soluzione. Di fronte alle nuove norme non c' era altro da fare. Adesso, le sessanta pagine della sentenza (estensore è il giudice Giuseppe Mazzola) ripercorrono tutte le tappe di questo caso giudiziario. Viene ritenuta "attendibile" la confessione di Mollica, animatore della "Società italiana per Acquedotti fognature e costruzioni": una mazzetta da 180.000 euro che l' imprenditore avrebbe pagato nell' 89, ricordano i giudici "su precisa indicazione" del presidente Nicolosi "nella mani" di Cocilovo: " mMollica ha spiegato che il contributo sarebbe stato versato in occasione di una spinosa controversia sorta con i sindacati a Modica ed alimentata da alcuni scioperi promossi dalla Cisl: a Nicolosi si sarebbe rivolto per "risolvere, oltre che l' intervento per alcuni finanziamenti", anche la vertenza sindacale". Secondo i giudici, a confermare la mazzetta pagata nella sede della Cisl palermitana sarebbe anche il racconto di Musco: "La ricostruzione offerta da Cocilovo - aggiungono - non è verosimile". L' imputato fu dunque "collettore di una tangente, disposto a concedere favori sindacali, percettore di un contributo elettorale (rispetto a Musco): accertamenti - conclude la sentenza - tutti processualmente veri e destinati a fare stato". s.p. L'ARTICOLO "INCRIMINATO" pubblicato su La repubblica Palermo : L´ANTISICILIANO Tutta l´Italia dei movimenti e dei girotondi guardava a Palermo con speranza. Una speranza che faceva di Palermo un nuovo punto di riferimento, come negli anni d´oro della "primavera siciliana", poi troppo presto precipitata nell´autunno senza nemmeno passare per l´estate. La speranza sbocciava dall´esperimento delle elezioni primarie, cioè dall´unico strumento che, se usato bene, potrebbe restituirci un po´ di democrazia espropriando gli apparati di partito. |
DA MARCO TRAVAGLIO CHE RINGRAZIAMO |