MISTRETTA dal nostro inviato EMANUELE LAURIA 30 agosto 2006
Dovevano fare in fretta, per assicurare l'inaugurazione con 2500 invitati nel cuore dei Nebrodi, per garantire lo storico taglio del nastro da parte dell'allora premier Silvio Berlusconi. Fecero troppo in fretta e non esitarono a nascondere che quei lavori erano tutt'altro che finiti: di questo sono certi i magistrati che hanno concluso l'inchiesta sull'apertura al traffico dopo 35 anni dell'autostrada Palermo-Messina, e che contestano agli otto tecnici che diedero il via libera alla circolazione i reati di attentato alla sicurezza stradale e falso in atto pubblico.
Negli ultimi 41 chilometri consegnati agli automobilisti il 21 dicembre del 2004 "non sussistevano i requisiti minimi di garanzia della sicurezza della circolazione". È quanto afferma, nel suo avviso di conclusione delle indagini preliminari, il procuratore di Mistretta Ettore Costanzo, che si è avvalso della consulenza di due ingegneri palermitani, Mario D'Amore e Antonino D'Orso. La relazione dei periti è un duro atto d'accusa: nel tratto autostradale inaugurato quasi due anni fa con lavori ancora in corso, c'erano "situazioni distribuite e concentrate di pericolo grave".
In particolare, il "battesimo" dell'opera sarebbe avvenuto malgrado il rischio "di incidenti di vaste proporzioni" nelle gallerie che caratterizzano il percorso, dove i tecnici nominati dal pm Costanzo hanno ravvisato la mancanza degli standard di sicurezza: assenza degli areatori, vie di fuga ostruite, colonnine per l'sos fuori uso, illuminazione non funzionante, semafori e telecontrollo inattivi. Inconvenienti ai quali, almeno in parte, negli ultimi mesi è stato posto rimedio: anche se la Palermo-Messina, nel tratto fra Castelbuono e Furiano, resta una gimcana con frequenti restringimenti di corsia. Capitolo a parte per lo svincolo di Furiano, uno dei rari esempi di rampa d'accesso in autostrada direttamente sulla corsia di sorpasso, criticata dai periti con linguaggio burocratico: "Esiste la possibilità di conflittualità laterale". In pratica, alto pericolo di scontro.
Gli otto indagati sono i rappresentanti dell'Anas, del consorzio per le autostrade siciliane e della Technital (la società che ha curato la progettazione e la direzione dei lavori) all'interno della commissione che attestò i requisiti minimi di sicurezza dell'autostrada: fra essi, Nino Bevilacqua, ex consulente del sindaco forzista di Palermo Diego Cammarata. L'ordinanza con cui venne aperta al traffico la A-20, scrive il pm, fu firmata dal dirigente del consorzio autostradale Felice Siracusa (pure lui indagato) ancor prima che giungesse il parere della commissione. Il procuratore Costanzo ha inviato l'avviso di chiusura delle indagini ai tecnici coinvolti, che potranno presentare memorie difensive o chiedere di essere ascoltati. Prima delle probabili richieste di rinvio a giudizio.